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Protagonisti

Intervista a Alessandro Di Bella. Il passato, presente e futuro nel management del padel

Non si può che partire da questa domanda: quale è il “segreto” per vincere 6 volte di fila la serie A?

Alessandro, tu mi dici sempre che io faccio troppo il modesto e quindi non ti deluderò e continuerò a farlo. Il segreto è essere l’Aniene. Aldilà degli investimenti cospicui (nonostante in questi anni non siamo stati coloro che hanno investito di più) il vero segreto sta nel clima che si è creato negli anni, un gruppo magico dove già dai primissimi anni è stato fondamentale Giovanni Ticca il quale diede inizio a una vera avventura. Giovanni allestì una squadra costiutuita da ex tennisti da lui capitanati. Da lì partì il progetto portando con se già da subito lo “spirito Aniene” del quale, lo dico con sincerità, resta affascinato chiunque entri a far parte della nostra avventura. La nostra bravura sta soltanto nel riuscire a trasmettere questo e scegliere conseguentemente atleti che siano in grado di amalgamarsi e sentirsi partecipi di questo movimento.

Questi ragazzi sono abituati a palcoscenici sicuramente superiori alla nostra serie A ma amano far parte del team Aniene.

Come vedi la prossima serie A? Cosa ti aspetti?

Mi aspetto sempre un campionato di alto livello. Dove tutte le squadre della serie A vorranno batterci. Soprattutto vedo altamente competitivi l’Orange Acuero Padel, Misano, il solito Eschilo, l’importante realtà Monviso di Torino fino ad arrivare all’emergente Catania, neo promossa in serie A ma già con obiettivi davvero importanti.

Il nostro compito sarà ovviamente di farci trovare pronti e fare del nostro meglio per ripeterci ancora nella grande impresa

Dalla serie A passiamo ad uno dei suoi attori principali, Martin Di Nenno. Sta facendo un percorso di crescita notevole, ci sai dare qualche indiscrezione sul suo immediato futuro?

Preferisco che sia Martin direttamente a parlare del suo futuro. Ti posso parlare del suo presente. L’ultima tappa WPT l’ha fatta in coppia con Maxi Sanchez.

Ci dici due parole su Di Nenno?

Martin per me è davvero un ragazzo speciale, l’ho conosciuto in un periodo molto difficile per lui. Come si sa in passato è stato coinvolto in un incidente stradale davvero tragico in cui purtroppo perse la vita il suo allora compagno di coppia, il ventenne argentino Elias Estrella. Martin riportò la frattura del femore in nove punti. Questo incidente chiaramente fermò il suo processo di crescita che era davvero esponenziale. Grazie alla sua immensa volontà, al suo lavoro costante e al suo favoloso talento è rientrato a far parte dell’elite del padel mondiale.

E’ un ragazzo favoloso, ogni anno aspetto che riinizi la serie A per poter passare del tempo con lui. Mi piace citare le parole di Juan Lebrón il quale durante un’intervista alla domanda “chi è il giocatore più forte del World Padel Tour?” rispose che per lui c’erano tre giocatori ad un livello superiore rispetto agli altri: Fernando Belasteguin, Juan Martin Diaz e Martin Di Nenno.

Divertiamoci a saltare nel tempo. Andiamo con la nostra “nave del tempo” nel futuro. Impostiamo l’anno 2030. Cosa accadrà al movimento padel?

Cominciamo a partire da dieci anni fa, quando per esempio all’Aniene avevamo un campo solo da padel. Io ero già in campo con gli altri e giocavamo più che a padel ad una sorta di racchettoni. Beh, di strada il movimento padel direi che ne ha fatta tanta. Quindi in altri dieci anni si può fare tanto. E’ chiaro che adesso sarà più difficile mantenere la stessa velocità perché siamo parecchio avanti. Sono certo che il padel sarà a livello mondiale sempre più riconosciuto e praticato. Questo accadrà soprattutto se si prenderà coscenza che ha davvero qualcosa a livello di contenuti televisivi

E per ciò che riguarda il padel italiano?

Il padel italiano ha un futuro roseo davanti a se. Non dovranno però essere ripetuti degli errori commessi da altri sport emergenti tipo il calcio a 5, sport a me caro. A livello agonistico credo che nel 2030 non ci saranno ancora atlete e atleti italiani tra i primi 5 del padel mondiale. Forse immagino che qualche donna potrà essere a livelli molto alti, mentre per l’uomo ci vorrà ancora un po’ più di tempo. Credo che l’uomo capace di stare stabilmente nella top ten del World Padel Tour non sia ancora nato o perlomeno non ha ancora iniziato a frequentare una scuola padel.

Rimaniamo nel futuro e incrociamo le dita. Quanto manca secondo te a far si che il padel diventi disciplina olimpica?

Credo proprio che sia arrivato il momento. Credo e spero che già nelle prossime edizioni delle olimpiadi il padel sia presente o come sport ufficiale o dimostrativo.

Lasciami dire che il mio ulteriore sogno è nel vedere il parapadel alle paraolimpiadi. Come tu sai l’Aniene sta dando largo spazio al padel in carrozzina. Sarebbe il coronamento di un grande sogno.

Nel complesso ho una grandissima fiducia in ciò che sta facendo il presidente internazionale Luigi Carraro e credo proprio che arriveremo a dama.

Chiudiamo in leggerezza. Quando sarà la tua prossima partita a padel? Perché ricordiamolo, i risultati vengono dalla tua grande competenza e capacità ma anche da una immensa passione.

La mia passione per questo sport è immensa. Considera che la mia compagna è appassionata quanto me. Si parla tanto di padel anche a casa, certo che lei ad un certo punto non mi sopporta più e mi impone di cambiare argomento. Lo trovo giusto.

La mia prossima partita di padel è domani, con il mio compagno di coppia preferito, mio fratello. Come vedi resta tutto in famiglia.

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