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Marco Cassetta sogna in grande: “Io ad allenarmi in Spagna ed il padel sport olimpico”

Tutte le ambizioni del forte giocatore torinese che, nonostante l’infortunio al ginocchio, non ha perso il sorriso e le speranze per il suo futuro

Marco Cassetta è infortunato: rottura del legamento crociato del ginocchio durante il torneo FIP di inizio ottobre al centro sportivo Ruffini di Torino, quella che può considerarsi casa sua.

Un atleta come te come vive questo delicato periodo di emergenza sanitaria? “Dal punto di vista generale immagino che tutti gli atleti agonisti italiani di questo sport stanno vivendo un momento molto difficile, perché sono stati cancellati o rimandati moltissimi importanti tornei. Dal punto di vista personale, ancora peggio: non solo non posso svolgere tornei, ma non posso neanche allenarmi sul campo perchè infortunato. E non potrò farlo per molto tempo. Ovviamente mi sto allenando tutti i giorni fisicamente e faccio sempre fisioterapia per tornare il prima possibile, ma il campo, i compagni ma semplicemente l’ambiente che si creava durante i tornei mi mancano moltissimo”.

La prima volta che hai preso in mano una racchetta da padel: quando? Dove? Con chi? Perché? Che emozioni hai vissuto quella volta? “La prima volta è stata 3 anni fa, in un circolo di Torino con dei miei amici tennisti. Uno di questi ha organizzato un match un sabato pomeriggio per puro divertimento, per curiosità verso il nuovo sport. Ricordo di essermi divertito tantissimo, anche se giocavamo a tennis su un campo da padel… ma mi era piaciuto subito, per la dinamicità del gioco”.

Adesso, ogni volta che prendi in mano la racchetta da padel, che emozioni provi? “Adesso è ancora così. Ogni volta che scendo in campo, per una partita di torneo, per un allenamento singolo o un match di allenamento, mi diverto sempre tantissimo e credo che si capisca ahah, perché davvero metto sempre tanto entusiasmo. Voglio sempre migliorare, giorno dopo giorno, amo il sacrificio ed il mio obiettivo, appunto, che da un divertimento com è nato per me questo sport, possa diventare un lavoro a tutti gli effetti, cioè fare il professionista”.

Chi ti ha fatto scoprire il padel? “Questo sport me l’ha fatto conoscere, come ho detto prima, un amico tennista che per me non è solo un amico, ma è un fratello maggiore. Si chiama Simone Lapira, è un tennista e maestro molto bravo che lavora nel circolo della Stampa Sporting a Torino. Anche lui gioca molto bene a padel, infatti i primi tornei li abbiamo disputati insieme”.

La tua più grande soddisfazione legata al padel? “Quella che deve ancora arrivare. Però ho ovviamente moltissimi sogni come diventare numero 1 di Italia assoluto e diventare professionista, e legato a questo infatti l’obiettivo è fare costantemente il “Cuadro” finale del World Padel Tour e vorrei che il padel diventasse sport olimpico per poter partecipare alle Olimpiadi con la nazionale”.

Il compagno più forte col quale hai giocato in coppia? E perché proprio lui il più forte? “Il mio compagno, in tornei nazionali ed internazionali, fino ad ora è sempre stato Simone Licciardi, che sicuramente è uno dei più forti giocatori italiani. Dal punto di vista assoluto, però, anche se per poco tempo durante un allenamento, è sicuramente Franco Stupaczuk. Il perché è molto semplice: è coppia 3 del Mondo insieme a Sanyo Gutierrez“.

L’avversario più forte contro il quale hai giocato? E perché proprio lui il più forte? “Se conta anche l’allenamento ridico “Stupa”, ma in torneo sono stati Ernesto Moreno e Gonzalo Rubio che sono giocatori che fanno parte ormai da diversi anni delle migliori 15 coppie al Mondo. Li ho incontrati in coppia con Niccolò Cotto a Roma durante gli Europei dell’anno scorso”.

Come si sviluppa la tua giornata tipo? “Partendo da una premessa, sono un ragazzo molto sistematico e rigido in questo; per me è fondamentale non solo l’allenamento in campo e in palestra ma anche l’alimentazione e il riposo. Dormo circa 8/9 ore a notte, mi sveglio intorno alle 8 e faccio subito colazione. Svolgo poi 2 ore di allenamento di padel al mattino. Successivamente pranzo. Nelle tre ore successive mi riposo o studio. E poi il resto del pomeriggio fino a sera mi alleno in palestra e svolgo la seconda seduta di padel che può essere o una partita d’allenamento o proprio un ulteriore allenamento singolo sulla tecnica o di coppia, tutto gestito dal mio maestro Raul Rodriguez Ramos. Ovviamente tra un allenamento e l’altro mangio. Arrivata sera ceno e mi riposo. Nel restante tempo libero passo il tempo o con la mia fidanzata o con gli amici o guardando film, ascoltando musica e giocando alla Play. Ovviamente questa è la mia giornata tipo di allenamento, che varia quando svolgo un torneo o quando insegno. Infatti sono istruttore di padel ed esercito questa professione oltre al circolo dove mi alleno, che è al Centro sportivo Ruffini, anche al Village Padel di Modena e di Imola; dove anche lì ho la fortuna di avere un gruppo di allenamento fantastico, di cui fanno parte: Riccardo Sinicropi, Mattia Guerra, Filippo Scala, Giorgio Negroni, Alfonso Viuda e Jorge Ruiz“.

Come sta cambiando il padel in Italia? “Il padel in Italia sta notevolmente cambiando. Si sta sempre più sviluppando in meglio, stanno aumentando i campi e i giocatori; il livello si sta alzando notevolmente, ma soprattutto sta diventando sempre più conosciuto e stanno iniziando ad entrare sponsor importanti: come Sky. Questa secondo me è la svolta più importante fino ad ora, perché questo implica che il padel non è solo più una moda, ma è un vero e proprio sport. Il culmine lo raggiungerebbe ovviamente dovesse diventare sport olimpico”.

Quanto manca ancora all’Italia per avere suoi giocatori stabilmente nel tabellone del WPT? “Abbiamo sicuramente fatto dei passi da gigante. È aumentato davvero tanto il livello italiano, però manca ancora tanto al livello spagnolo di previa e pre-previa; figuriamoci quello del tabellone finale del WPT…  Quello che manca comunque è il potersi allenare e competere stabilmente con giocatori professionisti. Bisognerebbe andare in Spagna spesso o addirittura trasferirsi per giocare solo ed esclusivamente con loro. Il mio obiettivo infatti è proprio fare tutto questo che ho appena detto”.

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  1. Pingback: Toh, chi si rivede: Marco Cassetta - Padel Today

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