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Protagonisti

Ha vinto una Champions League, ora gioca a padel in attesa di una chiamata dal grande calcio

E’ la storia del genovese Diego Longo, allenatore di fama internazionale, che ha vinto tanto all’estero e ha scelto il padel come nuovo hobby

«Mister, davvero hai vinto la Champions e affrontato Juve e Barca?». La domanda stupita dei bambini provoca lo sguardo semplice di Diego Longo, ormai habitue del Macera di Rapallo da alcuni mesi. Motivo? I figli (7 e 9 anni) giocano nella Psm Rapallo, società della provincia di Genova, dove risiede Longo. La sua storia è stata raccontata da Italo Vallebella su Il Secolo XIX.

Lui fa il papà, ma a volte, senza farsi troppi problemi pur essendo un professionista, ha fatto anche formazione agli allenatori del settore giovanile. Per il resto è bastato Google: cerchi Diego Longo, classe ‘76, e trovi la sua lunga carriera per l’Europa: collaboratore dei Lucescu (Mircea, ma soprattutto il figlio Razvan), è stato primo allenatore l’anno scorso in Albania, senza dimenticare la Champions d’Oriente con gli arabi dell’Al Hilal nello staff con il levantino Matteo Spatafora e l’ex Entella Cristiano Bacci.

Oggi Longo, genovese, vive a Rapallo («Questa città mi è sempre piaciuta») e ha iniziato a giocare a padel mentre attende una nuova avventura: «Niente di strano – sorride -, nei dilettanti ci sono nato». Diciotto anni fa però arrivò una chiamata dalla Romania: «Lavoravo e allenavo il Pontedecimo: accettare voleva dire perdere dei soldi. Ma era un’occasione». È stato in Romania (anche in Nazionale), Grecia, Russia, Arabia. L’anno scorso al Kukesi (Serie A albanese) era partito per salvarsi: ha lottato per lo scudetto. Ora attende:«Cerco qualcosa di serio. Allenare in Italia? Perchè no?». In diciotto anni di carriera, tredici li ha passati anche a studiare: è allenatore Uefa Pro, ha perfezionato preparazione atletica a Lione, ha un Master in psicologia sportiva all’Università di Milano. Matteo Spatafora (ora al Paok) assicura: «Pochi conoscono il calcio come lui». Longo sorride: «Matteo è un amico».

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