Mirko Bertone, giocatore classifica 2.4 e maestro del Don Quique Imperia, intervistato da Elia Purita per Padeliguria.
Quante ore passi in campo visto la tua attività da istruttore e giocatore nel tuo circolo e cosa ti piace dell’insegnare questo sport anche ai più piccoli? “Sono istruttore federale e svolgo la mia attività al Don Quique Padel Imperia, dove passo in campo gran parte della giornata. Mi piace molto questo lavoro, é uno sport aperto a tutti e a tutte le età. Quello che amo, in particolar modo, é insegnare ai più piccoli. É pazzesco cosa ti trasmettano e cosa ti insegnino quelle piccole pesti! Ed è estremamente gratificante vederli crescere come giocatori e come persone: in un certo qual modo mi rivedo in ognuno di loro. La linea Don Quique prevede di puntare molto sui più piccoli e con Giovanni Fornaro abbiamo sviluppato una scuola padel che conta una cinquantina di bambini, tra i 5 e i 16 anni, di cui siamo molto orgogliosi”.
Quale racchetta utilizzerai per questa stagione? “Come nel 2020 ho scelto la Vertex della Bullpadel, una racchetta che fin dai primi scambi ho trovato la confidenza ideale. É prevalentemente da attacco con un bilanciamento alto; quindi sui colpi al volo perchè ha molta potenza, ma devo ammettere che anche in difesa, giocando prevalentemente a destra, é veramente molto maneggevole e offre un controllo ottimo”.
Una tua disamina tecnico/tattica sul ruolo del giocatore di destra. “Io nasco come giocatore di destra, arrivando dal tennis, devo ammettere che non é stato facilissimo. All’inizio ero sempre molto aggressivo, spesso anche troppo forzando tutti i colpi ed usando poco i vetri. Dopo qualche settimana ho deciso di prendere lezioni, con dei maestri liguri come Giovanni Fornaro, Matteo Savoldi e Matteo Melandri, questo mi ha cambiato molto. Infatti se posso dare un consiglio a tutti è quello di fare qualche ora con maestri qualificati per poter avere una buona base e affrontare tutte le parti su tutti i campi e contro tutti gli avversari. Il giocatore di destra é un po’ come un “rematore” a tennis, deve avere molta testa nel sbagliare poco e cercare di creare più occasioni possibili di attacco al giocatore di sinistra, perchè in questo gioco si vince in due e soprattutto si perde in due. Questa mentalità la devo sopratutto al percorso che ho fatto a Palma di Maiorca, agli inizi del 2020, con il maestro amico Luis Losa Escandell, dove ho visto proprio un’altra mentalità di approccio a questo meraviglioso sport”.
Il match più emozionante che ti ricordi? “Scegliere un match che mi ha emozionato di più, é davvero difficile, forse, potrei rispondere il prossimo… Per ritornare alla domanda: ho avuto la fortuna di aver partecipato a ogni torneo con un Amico o Amica quindi ogni volta é successo qualcosa di speciale. Mi piace ricordare il primo torneo vinto al Circolo Colombo a Genova con Giovanni, o la finale, sempre, a Genova con Matteo. Non posso dimenticare la “fantastica” trasferta al Sun padel di Riccione con Super Guarneri Gabriele, detto Gabbo. Con lui divido, da un punto di vista sportivo, la passione prima del tennis adesso anche del padel. In questi anni ho partecipato anche a dei tornei misti e anche li ho avuto delle super atlete come partner ad esempio la mia compagna di squadra Liviana Cassinelli e Chiara Villa con le quali abbiamo vinto due tornei”.
Bertone con Guarnieri
Una tua considerazione sul movimento e livello maschile attuale e secondo te la sua evoluzione? “Il padel sta avendo una crescita di livello maschile davvero rapida; secondo me questo perché un giocatore in media fa almeno 3 partite alla settimana e dal mio punta di vista di giocatore mi ricordo; di quando ero ragazzino e mi allenavo 4/5 volte alla settimana a tennis ogni 3/4 mesi vedevi una notevole crescita. Quindi la passione che ha preso tutti noi padellari e la ricerca sempre di un campo per giocare il più possibile sicuramente é la chiave per far crescere ancora questo sport e il livello”.