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Protagonisti

La Coppa Uefa, il gol nel derby di Milano… e ora il padel

La nuova vita di Massimo Paganin, ex calciatore dell’Inter, 400 partite da professionista e tante emozioni col pallone fra i piedi e, adesso, con la racchetta in mano

Quasi 400 partite da calciatore professionista. Con la maglia dell’Inter, ha vinto una Coppa Uefa nella stagione 1993-1994, e, ancora oggi, è ricordato per il suo gol nel derby al Milan nel 1995. Si è ritirato nel 2006 dopo aver vestito, oltre a quella nerazzura, anche le maglie di Bassano Virtus, Fiorentina, Reggiana, Brescia, Bologna, Atalanta, Sampdoria, Vicenza e, in Grecia, quella dell’Akratitos. Attualmente, è sempre nel mondo del calcio come commentatore per Mediaset e, soprattutto, capo delegazione della nazionale Under 21. Ma, oggi, Massimo Paganin, 51 anni, è un giocatore di padel. E’ tesserato Fit, partecipa a tornei ufficiali. E lo fa con l’entusiasmo di un ragazzino e l’esperienza di chi ha vissuto grandi esperienze sportive.

“Finita la mia carriera da calciatore, ho iniziato a giocare a tennis – racconta Paganin -. Piano piano mi sono spostato al padel. Le prime volte sono state frustranti: per chi ha avuto prestazioni di alto livello, non riuscire a fare determinate cose, seppure in altra disciplina, è frustrante”. Applicazione e determinazione, caratteristiche che hanno permesso a Paganin di arrivare al grande calcio. Ora il suo impegno è nel padel: “Dopo un pochino di tempo, ora tiro i colpi che voglio – sorride Paganin -. Le sensazioni iniziano ad essere belle. Mi sono appassionato: seguo tanto il movimento, guardo le partite, voglio crescere. Insomma, le stesse cose che facevo da bambino prima di diventare un giocatore professionista. Ho 50 anni, chissà che in futuro anche il padel mi possa fare vivere emozioni. So che ci sono tornei Over. Io mi diverto, sto bene fisicamente”.

Paganin ha iniziato a giocare ad Altavilla: “Ho scoperto il padel grazie ad un amico – ricorda -. Solo da un anno e mezzo, però, ho lasciato il tennis per dedicarmi solo al padel. I tornei sono un modo per mettermi in discussione e vivere la competizione. Il padel è uno sport immediato rispetto al tennis. Ed è anche una disciplina che, in un certo senso, mi ricorda il calcio: i principi tattici sono prevalenti, anche a quelli tecnici. Un due contro due in un’azione calcistica è simile ad una partita di padel, dove il proprio gioco è basato anche sul compagno”.

Padel moda del momento o sport che si affermerà? Paganin non ha dubbi: “Non è uno sport di passaggio – assicura -. I numeri crescono in modo esponenziale, sia giocatori sia strutture. Siamo in un momento importante: ora servono etica, morale, cultura. Chi gioca, chi apre centri, chi organizza tornei: tutti devono rispettare le regole dello sport, servono professionalità e rispetto per crescere e affermarsi. Il padel, secondo me, diventerà sport olimpico, quindi ci sarà ancora crescita. Finita la pandemia, avremo palazzetti pieni e persone che seguiranno i grandi eventi di padel come già seguivano quelli di altri sport”.

Paganin guarda al futuro ma è sempre ancora molto legato al passato: “La vittoria della Coppa Uefa in squadra con mio fratello ed il gol del derby, sotto la Curva Nord dei tifosi dell’Inter sono emozioni importanti ancorate ai ricordi – chiosa -. Mi fa sempre piacere rivedere quelle immagini. Sono passati tantissimi anni e ricordo anche le sconfitte, come quella in finale di Coppa Uefa nel 1997. Le sconfitte bruciano, restano impresse. Ma non ho rimpianti. Tutto quello che ho fatto nella mia vita, mi ha portato ad essere oggi quello che sono. Gli errori portano ad agire diversamente, a migliorare. E le cicatrici fanno bene, fanno crescere”.

Calcio e padel: binomio vincente. “In tanti aspetti, come detto prima, sono simili. Noi ex calciatori abbiamo tanti riflessi che a padel sono fondamentali, cosi come la dinamicità. Ho giocato con alcuni miei ex colleghi come Luca Marchegiani, Dario Marcolin, Gigi Di Biagio, Bernardo Corradi e altri ancora. A Roma sono più avanti. Ora stanno crescendo Francesco Totti, Vincent Candela, Stefano Fiore, Paolo Di Canio e anche Daniele De Rossi. Finita la pandemia, quando ci si potrà muovere liberamente, proverò a sfidare qualcuno di loro. A Milano, sono sempre in contatto con Demetrio Albertini: mi piacerebbe organizzare da lui, al City Life, un torneo per ex calciatori…”.

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