“Dietro questo c..o di padel c’è un business infinito”. Marco Molluso, nipote del boss Giosafatto, lo dice intercettato dalla Dia nell’ambito dell’inchiesta che ha portato lui agli arresti domiciliari e al sequestro di otto campi da padel nel centro sportivo Sant’Ambrogio, di proprietà del Comune di Milano e dato in concessione alla Palauno Asd. A riportarlo è il sito lastampa.it, in un articolo di Andrea Siravo.
L’imprenditore di 39 anni, con un passato da calciatore dilettante e allenatore del Castanese in serie D, è accusato dall’aggiunto Alessandra Dolci e dal pm Silvia Bonardi della Dda del capoluogo lombardo di emissione ed utilizzo di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti ed autoriciclaggio.
Stando alle indagini la realizzazione dei campi – sempre secondo quanto racconta lastampa.it – sarebbe avvenuto con «un investimento di alcune centinaia di migliaia di euro» sostenuto dall’arrestato tramite due sue società e un altro investitore «a fronte di provviste utilizzate derivanti dalla commissione di precedenti delitti di emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti».
Una delle due società, la Mc Immobiliare srl, nel biennio 2020-2021, «è stata al centro – si legge nell’ordinanza della gip Anna Calabi – di una frode fiscale legata, da un lato, all’emissione di fatture per operazioni inesistenti a favore di una serie di società che in parte erano legate fra di loro in quanto riconducibili al medesimo “gruppo imprenditoriale» e, d’altro lato, «all’utilizzo di una massiccia fatturazione passiva con indebita detrazione IVA complessivamente di euro 177.706,00». Come emerge dalle intercettazioni «i lavori edilizi relativi alla costruzione dei campi da padel vennero seguiti, da un punto di vista tecnico, da Molluso Salvatore», cugino dell’imprenditore, e «dal padre del primo, nonché zio del secondo, Molluso Giosafatto».
Per gli inquirenti i profitti derivanti dall’affitto dei campi sarebbero stati incassati al 50% dall’amministratore della Lombardia Uno, «irregolarmente gestore dell’impianto concesso alla Palauno Asd», mentre la restante metà sarebbe stato «versato alla Mm Sport», ovvero a Marco Molluso che, quindi, «senza alcun titolo autorizzativo si troverà, di fatto, a gestire, all’insaputa del Comune di Milano, alcuni impianti abusivamente realizzati su di una proprietà pubblica».
(fonte: lastampa.it)