“Durante la mia vita, ho sentito questa domanda molte volte, spesso l’ho letta come una dichiarazione forte: il padel è uno sport per i giocatori di tennis frustrati. Un giornalista mi ha persino chiesto una volta la mia opinione su questo. La verità è che, mi dispiace dirlo per i miei compagni padelisti, sono d’accordo con questa domanda. Inoltre, io ne sono un esempio” scrive proprio cosi, sul suo profili Linkedin, l’ex campione di padel e oggi allenatore Martin Echegaray.
“Ma andando un po’ più a fondo nell’analisi – e giustificandomi – forse i giocatori di padel mi perdoneranno. Forse qualcuno condivide anche la mia visione. Prima di tutto, dovremmo definire bene quello che chiamiamo un tennista frustrato. Diciamo che si tratta di chi non ha raggiunto posizioni alte in classifica (ATP o WTA). Il problema in questo caso è che allora lo sport con il maggior numero di tennisti frustrati sarà il tennis stesso, in cui quei tennisti continueranno a insistere, o per puro piacere o perché sono allenatori ed è il loro lavoro, e continueranno a gareggiare di volta in volta”.
La riflessione di Echegaray – che in questi giorni è rimbalzata sui media sportivi di tutto il Mondo – prosegue cosi: “È così brutto per uno sport essere qualcosa come un ‘deposito’ di atleti frustrati in altri sport? Perché a dire la verità nel padel non abbiamo solo tennisti frustrati come me, ma tutti i tipi di persone che non hanno ottenuto – o forse l’hanno fatto – ciò che volevano in un altro sport. E c’è anche chi è disposto a giocare a padel solo per divertirsi e per questo motivo non dovrebbe essere etichettato come cronicamente frustrato. Ci sono persino persone che sembrano essere frustrate dalla nascita e il padel servirà almeno a cambiare la situazione in modo circostanziato. In ogni caso, penso che sia un grande vantaggio – per il padel – essere un’attività fisica in cui persone in condizioni così diverse trovano il loro momento di gloria, divertimento o altro. La verità è che nella mia infanzia, e come molte persone, volevo essere un astronauta, e umilmente non credo che né la NASA né l’Agenzia spaziale europea abbiano perso nulla senza di me, o che dovrebbero incolpare il tennis per questo – mia piccola preferenza – di aver perso qualche potenziale Neil Armstrong. E quindi credo anche che il tennis, o piuttosto i giocatori di tennis, non dovrebbero scrivere contro il padel per le stesse ragioni”.
E, ancora: “Se fossi stato già un tennista frustrato quando ho scelto di provare il padel, avrei fatto male al tennis continuando a disonorarlo. Ma parlando più seriamente, è vero che padel ha alcuni vantaggi di facilità in termini di pratica, il che è notevole per uno sport di racchetta, e questo può indurre molte persone a preferirlo al tennis. Ma ripeto, per quanto riguarda la pratica. Perché il tennis ha molteplici virtù che noi giocatori di padel probabilmente non apprezzeremo mai. E non succede niente. Tu, chi ami di più, papà o mamma? Preferisci il tennis o il padel? Penso che la prima domanda, per esempio, sia ridicola; e la seconda, non necessaria. La mia risposta a entrambi è: entrambi, o nel secondo caso, forse, dipende”.