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Il RobyPadel

Rodrigo Ovide, l’allenatore di Paquito Navarro, Gemma Triay e altre stelle del World Padel Tour

Per la seconda puntata della nostra rubrica Robypadel, ecco in esclusiva uno dei personaggi più noti, importanti e titolati del mondo del padel professionistico

Per la seconda puntata della nostra rubrica Robypadel, ecco uno dei personaggi più noti, importanti e titolati del mondo del padel professionistico: Rodrigo Ovide.

A che livello hai giocato e chi è stato il tuo compagno di gioco? “Ho giocato come professionista per la verità più in Argentina che in Spagna dove sono arrivato nel 2003. Il mio compagno storico è stato Fernando Cavalleri anche se ho giocato con altri”

Che risultati hai ottenuto? Quando hai smesso di giocare e perché? “Sono arrivato ad essere numero uno del ranking e mi sono ritirato nel 2009 sia perché non riuscivo più ad essere competitivo con i migliori sia perché mi fu offerto di allenare una coppia top”.

Quali giocatori importanti del circuito hai allenato? “Come ti dicevo la mia carriera è iniziata nel 2009 e posso dire di aver iniziato col botto allenando una delle coppie più forti dell’epoca ovvero Gabi Reca e Fernando Bebe Auguste ma successivamente ho avuto il piacere e l’onore di allenare molti altri giocatori di altissimo livello: ho avuto la fortuna di allenare campioni come Valeria Pavón, Catalina Tenorio, Alejandra Salazar, Cecilia Reiter, Carolina Navarro, Lucia Sainz e Gemma Triay tra le donne e Sebastián Nerone, Daniel Sanyo Gutiérrez, Maxi Sánchez, Agustin Silingo, Federico Quiles, Jordi Muños, Aday Santana, Cristian Gutierrez, Juan Martin Diaz, Ramiro Moyano, Tito Allemandi tra gli uomini: diciamo che non posso lamentarmi”

Qual è la tua “filosofia di gioco”?
“La mia filosofia è quello di non cambiare forzosamente il gesto tecnico ma individuar una biomeccanica efficace per ogni singolo giocatore. Per spiegarti meglio ti faccio un esempio: se analizzassimo il colpo migliore di Alejandra Salazar, ovvero la bandeja, soltanto dal punto di vista tecnico di certo non potremmo dire che sia ben eseguito ma Ale lo gioca con una naturalezza ed un’efficacia tali che nessuno, men che meno io, si è mai sognato di farglielo modificare”.


Qual è invece la tua metodologia di insegnamento? “Il mio metodo di insegnamento si racchiude in due semplici parole “Imparare giocando”. Ritengo infatti che sia molto più efficace ed immediato portare l’atleta a comprendere proprio mentre gioca come ottenere il massimo risultato facendo leva sulle proprie caratteristiche peculiari. Non si può chiedere ad un giocatore di fare qualcosa che non è nelle sue corde mentre è molto più produttivo fargli capire come modulare il proprio gioco in funzione delle diverse problematiche che il match gli pone di fronte”.

Allenare giocatori di alto livello è difficile oppure no? Come riesci tu a gestire i rapporti con i due componenti di una tua coppia?
“Per rispondere alla tua prima domanda potrei dire che è molto semplice ma già sai che mentirei, almeno se in parte. Quando in una relazione, personale o di lavoro che sia, si raggiungono alti livelli di stress e di pressione c’è bisogno di una grande capacità gestionale, di un carattere forte e a volte anche del coraggio necessario per prendere decisioni scomode. Un coach deve conoscere molto bene i propri atleti, gestire i rispettivi caratteri e prepararsi ad affrontare ogni tipo di criticità. Per quanto mi riguarda il fatto di conoscere personalmente tutti i giocatori e le giocatrici del WPT e di avere con la maggior parte di loro un ottimo rapporto, a volte di vera e profonda amicizia, mi facilita nell’instaurare un proficuo dialogo e di fissare sin da subito gli obiettivi stagionali da raggiungere dopo di che c’è solo una cosa da fare: lavorare sodo”.

Veniamo al circuito WPT, cosa pensi di tutti questi cambi di coppia alcuni dei quali, come nel caso di Gemma e Lucia o Patty ed Eli, persino clamorosi? Quale secondo te possono essere le ragioni che portano alla separazione tra giocatori? “Le ragioni alla base di una separazione sono le più disparate ad esempio la mancanza del feeling sperato tra i giocatori, la frustrazione per la carenza di risultati, divergenza di vedute etc.. Questi sono tutti fattori che rendono molto inquieti i giocatori che spesso trovano come soluzione ideale il cambio di partner. Da allenatore devo dirti però che la separazione non è quasi mai la scelta giusta perché per ottenere i risultati sperati c’è bisogno di tempo e di lavoro per cui stravolgere il programma concordato e cambiare compagno/a (ad alcuni giocatori è successo anche due o tre volte nello stesso anno) complica tutto. Per questo quando mi propongono un nuovo progetto, prima di accettare ne verifico la potenzialità, analizzo la compatibilità tra giocatori e l’attitudine degli stessi al sacrificio”.

Parliamo della prossima temporada, che coppie allenerai e che aspettative hai? “La prossima sarà per me una stagione molto piena ed impegnativa perché allenerò Paquito Navarro/Martin Di Nenno e Ramiro Moyano /Josè Rico Dasi tra gli uomini e Gemma Triay/Alejandra Salazar tra le donne oltre a seguire individualmente Teresa Navarro. Le aspettative sono molto buone per tutti ovviamente ciascuno avrà il proprio obiettivo specifico ma a tutti ho chiesto di puntare a raggiungere il massimo”.

Due anni fa abbiamo visto un Rodrigo Ovide giocare alla grande nella serie A italiana, potremo vedremo nuovamente sui campi il prossimo anno? “Sarei felicissimo di poter giocare ancora col Due Ponti, di cui sono orgoglioso di far parte, ma non so se la squadra avrà bisogno di me dal momento che, mi dicono, la prossima stagione arriveranno ottimi giocatori. Di certo ci sarò ogni volta che la squadra avrà bisogno di me per dare una mano. Per concludere, permettimi Roberto di fare gli auguri di un felice anno nuovo a te a tutti i lettori di Padel Today”.

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