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Demetrio Albertini, pioniere del padel in Italia

Demetrio Albertini, ex centrocampista del Milan che in rossonero ha vinto tutto, è stato anche uno dei pionieri del padel in Italia. A fine carriera, quando si trasferì in Spagna per giocare con Atletico Madrid e Barcellona, scoprì questo sport e contribuì da appassionato e da imprenditore a portarlo in Italia. Inevitabile fare il punto della situazione quindi proprio con lui. Ecco l’intervista pubblicata dal sito mitorrow.it.

Il padel crescerà ancora?
«Non siamo ancora all’apice, nonostante il fatto che uno sviluppo così rapido non ce l’abbia mai avuto nessuno. Oggi si stanno costruendo le basi vere di questo sport che durerà a vita. A Barcellona hanno vissuto la stessa situazione. Stiamo assistendo a un consolidamento incredibile e in futuro ci saranno soluzioni differenti, soprattutto per quanto riguarda i servizi collaterali. Il padel dà la possibilità a tutti di giocare insieme».

Demetrio Albertini
Demetrio Albertini

Non si tratta quindi di una moda?
«No, anche se lo hanno detto in tanti vista la velocità di crescita. Le statistiche parlano chiaro a livello commerciale: senza prospettive importanti non saremmo arrivati a questo punto».

Ormai nei centri sportivi ci sono quasi solo campi di padel…
«Vero, anche se non bisogna essere superficiali nelle valutazioni. Il tennis sta vivendo un momento straordinario, grazie a Jannik Sinner ma non solo. Il calcetto può essere che abbia avuto una flessione a livello ludico ma per motivi di reclutamento di giocatori. Il padel è molto simile al calcio come movimenti, io lo dico da sempre, però oggettivamente non si può tornare indietro o andare avanti. Si tratta solo di consolidare la situazione per organizzare qualcosa di buono, per tutti».

Il pickleball prenderà il posto del padel?
«No, parliamo di uno sport completamente diverso, di facile realizzazione. Ci sarà chi giocherà a tennis, chi a padel, chi a pickleball e chi farà tutte e tre le cose. Non si tratta di portarsi via spazi tra discipline simili perché lo sport è una passione e come dico sempre ai bambini ognuno sceglie quello che preferisce. Ce n’è per tutti».

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