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Protagonisti

Il numero 1 in campo e fuori: Marcelo Capitani

“Ho fatto coppia con Paquito Navarro, ho affrontato altri big del World Padel Tour e ho vinto un Europeo con l’Italia ma le miei gioie più grandi sono aver disputato un torneo con mio figlio e vedere la gente che impara a giocare e si diverte”.

Un atleta come te come vive questo delicato periodo di emergenza sanitaria? “E’ davvero un periodo molto difficile, per tutto il Mondo. Il padel, paradossalmente, sta traendo vantaggio dalla chiusura di tanti altri sport. Io, personalmente, sto lavorando tantissimo e lo dico senza voler passare da egoista. A livello di tornei, invece, vorremmo tutti giocare di più ma la situazione attuale non lo permette”.

La prima volta che hai preso in mano una racchetta da padel? “Grazie ad un amico di Santa Fè, che mi ha invitato per un torneo. Giocavo a calcio e a tennis. Mi sono innamorato subito del padel”.

Adesso, ogni volta che prendi in mano la racchetta da padel, che emozioni provi? “Ogni giorno provo grande emozione. Mi sento fortunato di poter vivere con la mia passione e della mia passione. Lavoro facendo quello che mi piace, porto in giro la mia metodologia per tutta Italia: è una grandissima soddisfazione e sono felice di vedere la gente che impara a giocare e si diverte”.

La tua più grande soddisfazione legata al padel? “E’ aver giocato con mio figlio: vederlo crescere e giocare un torneo con lui. A livello di risultati, è stato bello vincere il Campionato Europeo con l’Italia ed il campionato italiano con Simone Cremona. Lui è un ottimo compagno, è il più forte d’Italia. A livello personale, sono stato il numero 21 al Mondo, per otto volte sono arrivato ai quarti di un torneo del World Padel Tour. Ma, ripeto, la mia soddisfazione più grande è aver disputato un torneo di Prima categoria, in coppa con mio figlio”.

Il compagno più forte col quale hai giocato in coppia? “Ho giocato nel 2010 con Paquito Navarro, poi con Federico Quiles, con Tito Allemandi, con Sanyo Gutierrez. Ora mi trovo al fianco di Simone Cremona, come detto, è molto completo, si sta differenziando tanto rispetto agli altri italiani”.

L’avversario più forte contro il quale hai giocato? “Ho affrontato Belasteguin e Martin Diaz, tante volte al World Padel Tour: è la coppia più forte di sempre della storia del padel e, una volta, sono riuscito a vincere un set, perdendo poi 6-4 al terzo. Io ero in coppia con Chico Gomes. Sono giocatori che si allenano tutti i giorni nei miglior circoli di Spagna e hanno tantissimo talento. Ora Galan e Lebron hanno rivoluzionato il padel grazie alla velocità e tutti questi cambiamenti sono positivi e bellissimi per tutto il movimento. In Italia ho giocato contro tutti i ragazzi della nazionale e sono tutti fortissimi: come detto Simone Cremona, poi Denny Cattaneo, Lele Fanti, Michele Bruno, Luca Mezzetti, Enrico Burzi, Saverio Palmieri“.

Come si sviluppa la tua giornata tipo? “La mia Accademia è attiva a Roma, Torino, Palermo, Pordenone, Treviso. Sono contento e cerco di fare tantissime clinic, che sono allenamenti con 3/4 giocatori con metodologia dinamica, perché l’allievo impara a giocare anche tatticamente, cose che non avviene in una lezione singola”.

Come sta cambiando il padel in Italia? Il padel è esploso: tantissimi nuovi campi, sempre più circoli che si attivano. Il gap rispetto a Spagna e Argentina è ancora notevole, però. Dobbiamo fare crescere tutto il movimento, quindi serve un circuito nazionale per giocatori giovani, fra 5 anni si vedranno i risultati. Bisogna alzare il livello di formazione dei maestri e la Fit sta facendo proprio questo aumentando livello dei propri corsi. Devo e voglio ringraziare Luigi Carraro per il grande lavoro che sta facendo con la Federazione internazionale e anche la Federazione Italiana, grazie all’impegno di Gianfranco Nirdaci, Luca Cimino, Sara Celata, Sara Acquaviva e tutti coloro che vi lavorano”.

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